Chiesa sinodale tra utopia e realtà. Un processo aperto
C’è un grande silenzio nelle nostre comunità sul sinodo. Eppure è un evento importante, “un nuovo concilio” lo ha definito il teologo francese C. Theobald, anche se non lo si è chiamato così.
È il silenzio che accompagna qualcosa che cresce o il rifiuto di guardare in faccia la realtà e di prendere sul serio l’appello del Papa ad “uscire” dalle nostre stanche abitudini?
La presenza alle celebrazioni si va rarefacendo di domenica in domenica e l’impatto sulla vita delle persone delle iniziative pastorali è pressoché inesistente. Eppure, l’apparato liturgico, catechetico e pastorale delle nostre parrocchie, ancorché stressato dal calo del numero dei preti, resta quello del passato, di altre ormai lontane stagioni, appena un poco ammodernato dal Concilio, ma mai radicalmente messo in discussione.
Il centro del processo voluto e avviato da papa Francesco è la “missione”, prima ancora che la struttura, che pur andrà adeguata. La missione della chiesa, vale a dire come far risuonare ancora la Buona Notizia del Vangelo di Gesù Cristo tra le donne e gli uomini del nostro tempo.
Il percorso sinodale, che continua, ha segnato dei passaggi importanti, evidenziati nelle conclusioni dell’ultima assemblea dell’ottobre scorso.
Vorremmo partire da questi: la centralità della Parola di Dio nella fede e nella prassi della chiesa; l’uguaglianza dei battezzati, tutti partecipi della vita delle comunità; il ruolo delle donne, che attendono di essere riconosciute e valorizzate pienamente; il nuovo profilo dei ministeri e di coloro che li ricoprono; gli spazi di autonomia delle diverse chiese nel mondo.
Sono i temi che il sinodo ha aperto e che dovranno rimanere aperti, oggetto di ulteriore ricerca e confronto, a cominciare dall’imminente assemblea sinodale italiana. Dovranno essere anzitutto oggetto di una reale e diffusa presa di coscienza, ineludibile, se al centro delle preoccupazioni della chiesa deve essere il Vangelo e il suo annuncio oggi.
Un annuncio rivolto a persone alle prese con una nuova dimensione e coscienza del mondo e di loro stesse, che chiede di essere illuminata dalla fede in Gesù Cristo. Fede alla quale va data una rinnovata e più comprensibile espressione.
Di questo discuteremo, sabato 22 marzo prossimo, a Limena.
Ne parleremo con tre ospiti d’eccezione:
il Vescovo di Chioggia, Giampaolo Dianin, la teologa Giuliva Di Berardino, che ha partecipato al confronto con il Papa e il suo consiglio dei Cardinali sul tema delle donne e i ministeri nella chiesa e il teologo don Riccardo Battocchio, che ha vissuto in prima linea l’evento sinodale, come segretario speciale dell’ultima assemblea generale e che è stato recentemente nominato vescovo di Vittorio Veneto.