Si è conclusa la prima delle due Assemblee Generali Ordinarie del Sinodo dei Vescovi sul tema della Sinodalità. Assemblea allargata a esponenti dell’intero popolo di Dio, preti, ma anche religiosi e laici di entrambi i sessi. Per la prima volta un certo numero di donne ha partecipato e votato.
In attesa di fare una lettura più completa e approfondita della Relazione di Sintesi (ed eventualmente un riassunto ragionato dei vari capitoli), presentiamo alcune prime impressioni, con attenzione ai paragrafi più controversi e ai voti ricevuti.
E’ stata indubbiamente un’esperienza importante e impegnativa, anche se non adeguatamente considerata, all’esterno della chiesa, ma non solo, anche dai nostri ambienti ecclesiali. Di fatto si è realizzato un laboratorio di sinodalità, come hanno riferito i partecipanti, a cominciare dai vescovi, che si sono trovati a confrontarsi, alla pari, con altri battezzati, anche non ordinati. Un’esperienza per se stessa rilevante e paradigmatica, per le modalità in cui si è svolta, che segnano un cammino che continua, un tratto della forma della chiesa che dovrà essere assunto diffusamente. Per consolidare questa prospettiva andranno, per la prossima scadenza, necessariamente ricalibrati obiettivi e metodologia.
L’impressione è che tutto, o quasi, rimanga ancora aperto, per ora. Anche la tripartizione dei capitoli in convergenze, questioni aperte e proposte, di fatto rinvia ciascuna parte alla discussione, che ritorna alla periferia, alle chiese locali, per concludersi all’assemblea del prossimo anno.
Ci sono temi, rispetto al documento di lavoro, che sono stati lasciati cadere o quantomeno depotenziati, si pensi all’ordinazione presbiterale delle donne, anche solo come oggetto di studio, e al riferimento esplicito ai soggetti LBGTQ. Dove si sono registrate divergenze, si è deciso probabilmente di soprassedere o di procedere con ulteriore cautela.
Interessante l’indicazione della necessità di modificare parti del Codice di diritto canonico, evidentemente si dà per assodato un riequilibrio tra i diversi carismi e ministeri, mentre non c’è nessun cenno simile per il Catechismo, perché su temi come la sessualità, pur rimbalzato insistentemente nella fase preparatoria di consultazione, non è in vista nessun cambiamento di approccio.
Le votazioni sui singoli paragrafi, rese note dalla sala stampa, sono indicative dei problemi più grossi e delle resistenze più consistenti. Anzitutto sulla questione femminile nella chiesa. I due capoversi che trattano del diaconato per le donne, peraltro molto cauti e problematici, hanno visto il maggior numero di voti contrari, intorno al 20%. Anche sull’integrazione nelle chiese locali delle nuove associazioni, movimenti e comunità religiose, si è registrato un significativo dissenso, intorno al 15% e la stessa percentuale si è registrata sul mantenere aperto il tema del celibato obbligatorio per i preti e sulla possibilità di reinserire in qualche servizio pastorale quelli che hanno lasciato il ministero. Sulla proposta di studiare più approfonditamente la questione della poligamia, per chi si avvicina alla fede venendo da questa esperienza, i no hanno raggiunto il 12%. Sulle altre materie il dissenso è stato molto più contenuto.
Ora le Conferenze Episcopali dovranno indicare come si prosegue il cammino di riflessione, ma è probabile e auspicabile, che la segreteria generale del sinodo non si limiti a registrare quanto sarà proposto.
I testi che proponiamo alla lettura
Conferenza stampa di presentazione, da Vatican News
Il 28 ottobre, subito dopo la conclusione dei lavori in aula, i cardinali Grech, segretario generale del Sinodo, e Hollerich, relatore generale, insieme con il gesuita Costa, segretario speciale, hanno presentato la Relazione finale di sintesi, appena approvata dall’Assemblea.
Sono stati evidenziati il clima, il metodo e i contenuti principali che hanno contraddistinto i lavori e le loro conclusioni, da intendersi ancora come uno strumento di lavoro aperto, in vista della seconda Assemblea Generale del prossimo anno.
(Il testo completo del documento si può trovare sul sito ufficiale del Vaticano www.vatican.va, alla sezione sinodo, insieme con gli interventi dei due cardinali in conferenza stampa)
Sinodo: un passo epocale, di Paul Zulehner, da Settimana News
E’ un articolo di commento del teologo pastoralista austriaco, già consulente del consiglio delle conferenze episcopali europee CCEE.
Nella Relazione di sintesi, sostiene Zulehner, ci sono più domande che risposte, serve quindi un lavoro di approfondimento, che va chiesto a teologi e teologhe e agli esperti di altre discipline. E’ importante che si sia evitato il rischio di una certa autoreferenzialità: guerre, migrazioni e poveri sono stati al centro delle preoccupazioni del sinodo.
Sinodo: il contributo della teologia e del diritto, di Piero Coda, da Settimana News
Il noto teologo, già presidente della commissione teologica internazionale, che ha partecipato al lavoro preparatorio e ai lavori del Sinodo, insiste anche lui sulla necessità di un approfondimento teologico e canonistico, tra le due sessioni dell’Assemblea.
A livello teologico serve un approfondimento, che cerchi di connettere in modi nuovi Parola di Dio, Tradizione, Sensus Fidei del Popolo di Dio, Magistero e Segni dei Tempi.
Va affinato pure il metodo della “Conversazione nello Spirito”, che lo renda più incisivo, attento alla dimensione spirituale-esistenziale, ma anche a quella intellettuale-pratica.
Da un Instrumentum Laboris a un altro: le costituzioni sinodali differite, di Andrea Grillo, dal suo blog su Munera
Anche per il teologo nostro amico, docente a S. Anselmo a Roma e S. Giustina a Padova, il lavoro del sinodo resta aperto e bisognerà, perché giunga a qualche conclusione, trovare un metodo che consenta di passare dalle “constatazioni” alle “deliberazioni”, integrando la dimensione sapienziale con quella profetica.
Alcuni pensieri a Sinodo terminato, di Severino Dianich, da Settimana News
Dianich, docente emerito di ecclesiologia a Firenze, che è stato presente al Concilio, ha partecipato al Sinodo. Egli evidenzia la difficoltà di fare il punto di un lavoro enorme, faticoso e un po’ dispersivo. Al Concilio, egli sostiene, ci fu più conflitto, ma anche più fecondità.
Resta comunque un passaggio storico, aperto a necessari approfondimenti e determinazioni.