Nella chiesa c’è un problema di ruoli, di poteri e di meccanismi decisionali, rispetto a cui si sente l’esigenza di una revisione in senso più partecipativo. Sarà possibile?
Il cardinale Coccopalmerio è un canonista serio e competente, che ha svolto ruoli di rilievo in vaticano. Nel suo articolo, che riportiamo, sembra sfatare il mito dell’intangibilità della struttura gerarchica, formulando proposte misurate, ma innovative, circa il potere deliberativo degli organismi di partecipazione e consultazione già esistenti nella chiesa a livello centrale e periferico, chiesa universale, diocesi e parrocchie.
Stefano Ceccanti, costituzionalista, nel pezzo che riportiamo, invita a fare i conti senza pregiudizi con le esperienze democratiche consolidate nei sistemi politici, non condannate fatalmente a derive populiste, per l’ancoraggio costituzionale che prevedono. Esse possono tornare utili nella pratica sinodale. Ceccanti parla di un secondo contributo che i cattolici impegnati in politica potrebbero dare alla riflessione sinodale. Essi potrebbero aiutare a far evolvere una cultura basata sulla proclamazione assertiva di grandi finalità a una più attenta ai mezzi e alla loro congruenza rispetto ai fini. Si tratta cioè di capovolgere la retorica dei “principi non negoziabili”, che pretende di andare direttamente dal fine al mezzo, trascurando la complessità delle situazioni reali.
Su questi argomenti è intervenuto anche il teologo Domenico Marrone, con un contributo, libertà di parola e sinodalità, in cui mette il dito sull’assenza di una pubblica opinione nella chiesa, di una reale prassi di comunicazione e di strumenti concreti nei quali declinare la sinodalità. Il suo testo, insieme con altri interventi, si può leggere sul nostro sito, alla voce Vita della Chiesa e Sinodo, nella sezione I nostri temi.
Leggi l’articolo di Francesco Coccopalmerio “Dal consultivo al deliberativo”
Leggi l’articolo di Stefano Ceccanti “Impegno politico e sinodalità”