Cosa ha ricomposto la manifestazione di Roma?
Ha ricomposto molto. È un grande inizio. C’era una cultura di pace, di preoccupazione, di reinserimento dell’Italia nel panorama internazionale.
A me però è sembrato che l’asse anti o pro atlantico spaccasse la piazza
Abbiamo posto il tema della pace al centro di ogni politica; dobbiamo capire che le guerre odierne tendono a non finire mai (cfr. Siria). Porre al centro il tema della pace; non richiedere il disarmo dell’Ucraina, ma chiedere un surplus di azione diplomatica, perché siamo in una situazione di nanismo diplomatico.
Cosa significa questo? Serve un passaggio pratico… Chi deve intervenire?
Significa moltissimo… è un discorso molto complesso, ma molto concreto. Noi dobbiamo far entrare in campo i grandi attori internazionali. Senza USA e senza Cina non si esce da questo, ma l’Italia deve prendere una iniziativa politica, ma l’Europa deve prendere una iniziativa politica, perché si può cercare la via della pace anche mentre si combatte (ricorda la vicenda degli accordi in Mozambico)
I Paesi europei devono assumere iniziative nazionali, l’Italia deve assumere l’iniziativa (Fa l’esempio dell’Italia che pur collocata in area atlantica era capace di rapporto con l’URSS e cita il viaggio del presidente Gronchi a Mosca); poi il “concerto” europeo, perché a me sembra che l’Europa soffra di nanismo diplomatico
Cosa vuol dire?
Vuol dire che non fa niente, che fa poco
Sarebbe realistico mettere in crisi il governo sulla questione delle armi?
È irrealistico mettere in crisi il governo, ma credo che quella manifestazione esca dalla logica un po’ provinciale della politica italiana e di come quella manifestazione è stata raccontata – lasciamelo dire: due piazze, una manifestazione contro la Nato, ecc. Quella manifestazione propone una piattaforma che è importante per la sinistra, per la politica estera italiana, per la politica europea, perché quella piazza si rivolge anche a altre piazze.
Si deve fare una battaglia sul prossimo non invio?
È interessante fare una battaglia sulla prospettiva di pace
Ti ho fatto una domanda precisa…
E io ti ho risposto. Io sono convinto che l’Ucraina ha diritto alla sua legittima difesa, ma non basta. L’Ucraina non si salverà solo con un impegno militare. Stiamo attenti perché rischiamo di cadere in un dogma