“Dopo l’Ucraina. Un groviglio di interrogativi”, curato da A. Castegnaro, è l’introduzione ai lavori rivista tenendo conto di parte di quanto ascoltato dal confronto tra i promotori. Altri elementi emersi verranno sviluppati successivamente.
Nella relazione viene messo in evidenza come la vicenda della guerra in Ucraina sia stata rielaborata in modi diversi dai nostri ambienti, da persone cioè come noi, nati più o meno tutti entro un orizzonte sostanzialmente pacifista e che ora si trovano però a dover fare i conti con il gesto inaudito di Vladimir Putin. Questa diversità è prima di tutto tra chi pensa che soluzioni relativamente facili da praticare siano possibili e che la questione sia sostanzialmente di volontà politica e chi invece ritiene che l’aggressione avvenuta ponga domande di difficile soluzione, su cui è necessario stare e ritornare.
La riflessione viene qui sviluppata a partire dall’assunto che non è molto utile soffermarsi sulle “soluzioni” alla guerra – sarebbe per noi velleitario – quanto piuttosto interrogarsi su con quale cultura della guerra e della pace si uscirà da questa vicenda. Ciò appare necessario se non altro perché, a fianco dei tanti impegnati con fervore e senso della giustizia a favorire una rapida soluzione della questione Ucraina, stanno venendo alla luce anche atteggiamenti cinici, interessati a non sopportare i costi che il sostegno al popolo ucraino implica. L’intervento, dopo aver ripreso alcuni discorsi di Papa Francesco e proposto un modo per farli propri, propone alcune idee preliminari sui modi in cui ispirazione profetica e scelte politiche possono trovare forme di relazione sensate e non reciprocamente dannose.