L’irrilevanza veneta, la fede, la politica
A cosa serve una provocazione, uno stimolo, una sollecitazione, uno scambio di idee, se non ad attivare un processo di reazione, di coinvolgimento intellettuale (più che emotivo), magari anche di un mutamento di prassi e comportamenti? Ne siamo consapevoli. Ma talora la re-azione assume il volto e il tono di una risposta impulsiva, poco razionale; un amo a cui lo sprovveduto fruitore di informazioni e analisi abbocca con il risultato di andare nella direzione dell’astuto pescatore che aveva sapientemente o furbescamente gettato la lenza. Probabilmente un buon antidoto a tale pericolo è quello di non essere immediati, di prendersi del tempo, di allargare il margine e lo spazio della riflessione personale e condivisa.
Per questo, il Forum di Limena, dopo aver gettato l’amo, non riavvolge immediatamente il mulinello per pescare il poco avveduto pesciolino, ma continua a incrementare le opportunità di ascolto e approfondimento, nella limpida convinzione di non voler adescare nessuno.
Ecco dunque che questa Newsletter post feriale torna su due temi affrontati nel recente passato: quello del Veneto, della sua presunta (?) irrilevanza, della condizione (o crisi) della classe dirigente, e quello del rapporto tra fede e politica. Certi che si tratti di due argomenti complessi, articolati, spinosi, per i quali un singolo dibattito o un ragionamento sommario significherebbero necessariamente essere soltanto un’effimera lenza per acquatici poco scaltri.
DIALOGHI SULL’ “IRRILEVANZA VENETA”
Proseguiamo, dunque, lo sforzo di approfondire il tema del regionalismo, del rapporto centro-periferia, dell’autonomia, della qualità della classe dirigente, che abbiamo già affrontato nel webinar su “L’irrilevanza Veneta”.
Due i contributi. Un’intervista (preceduta da una robusta introduzione di Alessandro Castegnaro) a Marco Cammelli, presidente della Associazione “il Mulino”, professore emerito di Diritto amministrativo all’università di Bologna, membro del Comitato per le riforme amministrative della Presidenza del Consiglio.
Quindi un intervento di Paolo Giaretta, già sindaco di Padova e senatore della Repubblica, uno dei protagonisti del webinar già citato.
Un bagno di realismo
Molti veneti, anche di diversa opinione politica, nonostante il passare degli anni e senza risultati, sembrano affidare le loro speranze ancora al sogno di una regione autonoma dal centro, finalmente in grado di decidere da se stessa del proprio futuro e, perché no, capace di trattenersi una robusta quota delle tasse raccolte.
Leggi l’editoriale di Alessandro Castegnaro
Il Centro e la Periferia
Le regioni, tanto care ai padri costituenti, realizzate dopo vent’anni e subito boicottate da un centro geloso delle sue prerogative; la vita breve della stagione d’oro delle riforme Bassanini; l’odierna tendenza a centralizzare, addirittura oltre i confini nazionali; l’importanza, oggi più che mai, di avere sui territori chi sa adattare, adeguare, differenziare, comunicare e dialogare con centri potenti, ma “privi di realtà”.
Leggi l’intervista a Marco Cammelli (a cura di Gianni Saporetti)
Sempre a proposito di “Irrilevanza Veneta”
Un termine scivoloso – Rilevanza e irrilevanza – Quale Veneto, poi? – Storie rilevanti, storie irrilevanti – Un limite culturale – Confronti con il passato: adelante con juicio – La rottura tra rappresentanza e territorio – Dal protagonismo al piagnisteo? – Che fare?
Leggi l’intervento di Paolo Giaretta
FEDE E POLITICA
Proseguiamo la riflessione sul tema «Fede e politica. Opinioni sul “grande gelo”» iniziata con il seminario di Marango e proseguita con una serie di interventi pubblicati nella nostra Newsletter di luglio 2021.
Il pensiero politico di Francesco, Buona Politica vs. populismo
Abbiamo chiesto una introduzione al pensiero di papa Francesco in materia politica al prof. Rocco D’Ambrosio, ordinario di Filosofia Politica alla facoltà di Filosofia della Pontificia Università Gregoriana di Roma, presbitero della diocesi di Bari. Ringraziamo per il contributo, nel quale vengono messi in particolare in luce due aspetti: da un lato l’apprezzamento di Bergoglio per la buona politica e dunque la necessità del coinvolgimento nell’agire politico da parte del cristiano con tutto ciò che questo implica, anche in termini educativi. Dall’altro un giudizio esplicito, sostanzialmente negativo, nei confronti dei populismi, intesi nel modo in cui questo termine viene usato in Europa. Si tratta di orientamenti che “non hanno niente di popolare”, e che inquinano il concetto di popolo.
Leggi l’intervento di Rocco D’Ambrosio
La ricerca di un nuovo equilibrio
Un imprenditore, impegnato anche nel mondo dell’associazionismo cattolico in qualità di presidente dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) di Padova, si interroga sui rapporti tra lo stato laico e il doveroso impegno politico dei cattolici, prendendo atto della difficoltà dei cattolici stessi a “coagularsi attorno ai loro valori tradizionali per sviluppare un’azione politica anche solo mediata”. Tutto questo in un contesto nazionale di “emorragia dei valori”. Ma l’impegno dei credenti deve essere attento e soprattutto “avere in agenda come punto qualificante ed aggregante la delega di rappresentanza politica”. Ma come perseguire questi obiettivi? Una strada potrebbe essere quella di “creare una piattaforma snella di pochi punti/significativi/qualificanti; fondarla su una laicità programmatica capace di includere chi persegue gli stessi ideali pur partendo da basi culturali diverse”.
Leggi l’intervento di Massimo D’Onofrio
DONNE, IN PARLAMENTO E IN MUNICIPIO
Gli ultimi due interventi di questa rassegna sono “al femminile”: due donne, accumunate da alcune caratterizzazioni significative, ma diverse nei percorsi, negli esiti e nella pratica politica.
Entrambe provengono da un vissuto e da un’esperienza di fede condivisa e di ecclesialità “territoriale”, caratterizzazioni che poi si sono manifestate in impegni molto coinvolgenti nell’ambito politico; per l’una con l’approdo all’aula parlamentare, per l’altra in ruoli e in responsabilità nell’amministrazione locale.
Quest’ultima, Mirella Zambello, rodigina, è presidente del Consiglio regionale dell’Ordine degli Assistenti sociali del Veneto dal 2017. Ha vissuto la sua vita professionale in diverse istituzioni, dal 2011 funzionario all’Inail, Per un decennio sindaco di un comune polesano, ora è assessore ai Servizi sociali di Rovigo.
Lucia Fronza Crepaz, invece, è una trentina, già deputata per due legislature (1987-‘94); fa parte del Movimento dei Focolari, dove è stata corresponsabile del Movimento Umanità Nuova. Attualmente si occupa di formazione politica nella scuola di preparazione sociale di Trento.
Il significato di un impegno politico e civile
Un impegno cristiano verso gli ultimi – La scoperta e l’importanza della politica – Costruire leggi giuste e utili – Le norme che hanno tradotto in termini laici lo sviluppo della carità e della ricerca del bene comune – La “generatività”, un’alleanza per lo sviluppo, la centralità del lavoro umano e la natura sociale del profitto – Il benessere individuale diventa fondamento di quello comune – Ampliare l’idea di un welfare che raccoglie e redistribuisce – Il valore della responsabilità e della “capacitazione” – Il cittadino attivo – La comunità, il volontariato, la “visione” dei servizi.
Leggi l’intervento di Mirella Zambello
Dalla comunità alla co-governance della città
La preoccupazione che ogni cristiano deve sentire per le sorti dell’umanità – L’autorità del politico nasce da una Comunità – La necessità di “prendere parte”, di essere parte della storia del cambiamento in atto, spingendolo verso novità positive – Affrontare, come comunità, le domande politiche del nostro vivere collettivo – Vivere dentro la nostra città promuovendo una logica di co-governance. – Spendersi nella formazione alla cittadinanza attiva.
Leggi l’intervento di Lucia Fronza Crepaz