Perché non si parlano?

C’è un’ambiguità di fondo, antica come la storia dell’uomo. Spesso le società hanno confuso e tuttora confondono la fede con la religione. Io credo che la Fede sia prima di tutto una dimensione spirituale personale, nella misura in cui ciascun uomo sente la relazione con una dimensione trascendente. Addirittura per noi cristiani la consapevolezza della fede è il riconoscimento di un dono. Nella storia, anche moderna, si è spesso commesso l’errore di piegare l’agire politico e sociale alla religione, che invece è il dato storico, culturale e comunitario della fede. Una dimensione quella religiosa che spesso è rigida nei confronti delle evoluzioni sociali, economiche e scientifiche. Per quanto riguarda il Cristianesimo e in modo particolare per chi appartiene alla Chiesa Cattolica, spesso c’è paura di contaminarsi nell’agire sociale. La politica è l’arte di prendere parte, di compiere scelte, e spesso ciò risulta contrastante con la religione, o semplicemente divisivo per la comunità locale o associativa di appartenenza. Così negli ultimi anni è più facile e comodo tenere i piani divisi, separati. Con la conseguenza di non poter essere più incisivi.

 

Come valutiamo questo fatto?

Quando si parla di insignificanza della presenza dei cattolici in politica, si prende atto dell’esistenza della mancanza di dialogo tra religione e politica. La dottrina Sociale della Chiesa non offre alle persone impegnate in politica delle ricette preconfezionate, ma degli orientamenti che mutuano dalla fede Cristiana, dal Vangelo e dalle encicliche, che spesso sono focalizzate sull’evoluzione della società. Poi sta a ciascuno di noi, nell’esperienza quotidiana, a metterli in atto. La solitudine e il distacco (spesso per opportunità) che vive chi si impegna in politica sono delle condizioni che portano all’insignificanza, all’impossibilità di essere sale della società.

Questa dinamica della mancanza di dialogo è divenuta ancora più marcata negli ultimi anni poiché oltre ai soggetti politici, è venuta meno la presenza dei luoghi pre politici di formazione. La fine dell’esperienza delle scuole di formazione che erano promosse dalle Diocesi, le comunità e la minore incisività delle associazioni come le Acli, gli Scout e l’Azione Cattolica sono tutti fatti che contribuiscono a rendere meno incisiva la presenza dei Cattolici

 

Un riavvicinamento è auspicabile?

Non solo è auspicabile, ma è necessario. Personalmente ho ben presente che il pensiero Cristiano e il personalismo Comunitario sono le basi filosofiche sulle quali in Europa, dal dopoguerra ad oggi, sono state costruite le democrazie moderne. Certamente dialogando con il pensiero socialista, ma indubbiamente le democrazie in Europa sono state fondate da uomini che affondavano le radici nella fede Cristiana.

Spesso, vedendo e toccando con mano l’insignificanza della fede nel contesto politico attuale, mi chiedo se non sia esaurito il compito dei Cristiani.

Io credo di no. I Cristiani sono chiamati ad impegnarsi perché le ingiustizie non sono finite. Ci sono all’orizzonte nuove e grandi questioni sociali. Penso alle migrazioni, alla povertà, le disuguaglianze, l’invecchiamento della popolazione, la sostenibilità ambientale….

Credo che su questi temi, saremo chiamati a dare delle risposte. Ma questo richiede pensiero, studio, discernimento, riflessione, dimensione comunitaria. Chi fa politica non può e non deve essere abbandonato a se stesso

 

Quali forme dovrebbe assumere?

Forse sono condizionato dall’esperienza personale ma nel mio caso ho capito che nel momento in cui si compie una scelta di impegno, la comunità parrocchiale o associativa di provenienza prendono le distanze. Comprendo che non sia facile rapportarsi con chi appartiene a un partito, oppure esterna opinioni, ma “autonomia” o “incompatibilità” non sono state un valore negli ultimi decenni. Sono state semplicemente un modo per creare una barriera difensiva per le comunità, le associazioni e nel contempo creare situazioni di isolamento e solitudine per chi è impegnato in politica.

Da tempo sostengo sia necessario creare luoghi o momenti di vicinanza, di confronto. Riattivare la formazione e il ruolo delle associazioni.

Può essere importante sia nelle comunità locali, sia nella dimensione politica più ampia.